Conciliare l’espansione delle grandi navi da crociera con le esigenze di sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei territori costieri: è stato questo l’obiettivo dell’assemblea pubblica a Roma di Federagenti, che ha lanciato il “Patto per il mare” a difesa delle crociere.

Il comparto crocieristico continua a registrare tassi di crescita record e tra i temi al centro del dibattito c’è stata l’analisi dei ritorni economici per i territori toccati dagli itinerari crocieristici. Le navi, infatti, non solo portano turisti, ma attivano filiere economiche che coinvolgono agenzie, operatori portuali, trasporti locali, servizi a terra e commercio.

Alla prima assemblea della Federazione Nazionale degli Agenti, Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi, presieduta da Paolo Pessina, hanno partecipato anche il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci e il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi.

Ha aperto i lavori il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli: «Confcommercio da 80 anni è la casa o il “porto” delle imprese del terziario. Nata nel commercio, ha ampliato nel tempo la sua identità includendo turismo, servizi, trasporti, professioni e cultura. In questa visione, trasporti e logistica sono abilitatori di sviluppo e crescita – ha detto – siamo l’approdo naturale per un confronto come quello sul sistema crocieristico, promosso da Federagenti, tra le prime federazioni ad aderire alla Confederazione. Grazie anche al suo esempio, oggi gran parte della filiera marittima e logistico-portuale si riconosce nel nostro sistema: agenti marittimi, autotrasportatori, spedizionieri, ormeggiatori, compagnie di navigazione, logistica energetica e bus turistici. Un sistema articolato ma coeso, funzionale alla crescita e alla rappresentanza unitaria. È una rete a servizio di un Paese che vuole essere protagonista delle grandi rotte e dell’accessibilità. Turismo, trasporti ed economia del mare sono realtà interconnesse, sensibili alle crisi geopolitiche e all’incertezza globale, che riduce crescita e stabilità. In questo contesto, la crocieristica è strategica: vive di connessioni, libertà di movimento, apertura. Il mare è il grande connettore. Con 64 porti coinvolti, oltre 14 milioni di passeggeri movimentati nel 2024 e una crescita del 30% in dieci anni, il settore ha enormi potenzialità. Serve ora puntare su qualità, formazione e programmazione efficiente, condivisa tra tutti gli attori. Perché il vero valore dell’Italia nasce dai territori. Non è più solo Made in Italy, ma Sense of Italy: un mix di turismo, cultura, manifattura, servizi che dà valore a ciò che è italiano. Il mare ci offre una prospettiva: tenendo la barra dritta, possiamo affrontare il mare aperto e fare rotta verso un’Italia più forte, più aperta, più competitiva».

Fare fronte comune per tutelare le crociere

Il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci ha portato l’attenzione sul tema della “criticità delle crociere. Abbiamo la necessità di focalizzare alcuni temi e di non dare per scontate alcune soluzioni. Secondo recenti sondaggi, il mare non è al centro dell’attenzione degli italiani. Abbiamo il dovere di assumere iniziative adeguate. Il governo ha messo insieme una struttura per le politiche del mare che con la prossima legislatura diventerà un vero e proprio dicastero del mare. È un mondo che cambia e in questo contesto il crocierismo sta diventando l’imputato di turno e sottovalutare questo fenomeno è ingenuo. Ogni fenomeno turistico ha bisogno di essere condiviso dalle comunità locali che dovrebbero essere i beneficiari di un certo movimento. Abbiamo la necessità di individuare i problemi, i punti deboli e i punti forti degli attacchi che arrivano dall’esterno e di fornire un’unica risposta. Le crociere devono essere interconnesse con le aree interne con servizi adeguati altrimenti rischiano di essere percepite come un’intrusione. Io proporrei di costituire un gruppo di lavoro con i ministeri direttamente interessati per affrontare il tema. L’Italia ha bisogno del movimento crocieristico perché è una delle filiere più importanti dell’economia del mare».

Il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi ha illustrato le complessità del settore e la necessità di fare fronte comune in un momento reso complesso dalle criticità geopolitiche in atto: «Da parte nostra siamo consapevoli che siamo di fronte a sfide che negli ultimi decenni non hanno precedenti. Stiamo valutando l’impatto che potrebbe avere il conflitto bellico sul prezzo e sui tempi di consegna del petrolio. Ci muoviamo sul fronte interno normativo. Serve un decreto o disegno di legge sulla riforma del sistema portuale nazionale che con le sue 16 autorità portuali fa meno traffico del solo porto di Rotterdam. Vogliamo indirizzare il nostro sistema verso una competizione mondiale». I prossimi passi, per Rixi, sono: potenziare gli scali portuali italiani con nuovi terminal crocieristici, centri servizi e dragaggi, coordinandosi con gli enti territoriali e i loro piani regolatori regionali e comunali.   

 Crociere, il “Patto per il mare”

Infine, Paolo Pessina, presidente di Federagenti, ha sottolineato: «Oggi parliamo di segnali, ma le campagne di ostilità e di respingimento maturano alla svelta e producono spesso risultati incontrollati e incontrollabili. Per questo scendiamo in campo non per difendere le crociere, ma per affermare con forza: le crociere sono una risorsa turistica importante per il Paese, uno strumento di promozione del Sistema Italia e non possono né devono diventare il bersaglio di una campagna di odio indiscriminato che tende a individuare nelle grandi navi bianche il nuovo nemico per i territori per le comunità e per l’ambiente».

Da qui, la sfida del “Patto per il mare”: «Con territori e comunità del Paese a rischio, reale o virtuale, di overtourism, il Patto per il mare propone prima di tutto un’operazione verità sull’impatto delle navi bianche e dei crocieristi, quindi una vera e propria formula di coordinamento del turismo che arriva dal mare. Un turismo che genera un posto di lavoro ogni venti crocieristi trasportati, che produce un fatturato totale di 168,6 miliardi di dollari, che in Europa raggiunge i 55,3 miliardi e in Italia i 15 miliardi. Di fronte a un trend che, in modo talora grottesco, tende a identificare nelle navi passeggeri il simbolo del lusso che calpesta i diritti, è necessario intervenire subito e con decisione».

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